

Danza orientale antica
Consulenza
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Condivisione dei saperi della Danza antica orientale
(operatrice olistica e del benessere femminile di danza antica)
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Tramite piccoli gruppi 2/3 persone
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Esperienze individuali di apprendimento

La Danza Orientale

Raqs Sharqi in lingua araba significa danza orientale, va specificato che questa danza non appartiene al gruppo di danze folcloristiche arabe, è difficoltoso poterla definire completamente come danza puramente araba, avendo ricevuto attraverso il suo continuo sviluppo influenze da culture distanti e varie.
La danza è stata sempre una necessità primaria dell’ uomo per comunicare con la Madre Terra, nell’antichità era valorizzata dal sacerdozio e da tradizioni legate al mondo celestiale era un arte sacra che coniugava il corpo , danza e musica come doni più elevati della spiritualità.
Ricercatrici e antropologi presumono che questa danza fosse, sin dall’epoca del Paleolitico (30.000 anni a.c.), una forma rituale di celebrazione della ciclicità, della fertilità e del femminile.
A partire dal ritrovamento della scultura della Venere di Willendorf, datata approssimativamente 25.000 prima della nascita di Cristo, alle pitture rupestri di danzatrici, dell’epoca neolitica rinvenute a Catal Huyuk in Turchia (6.000 a.c.), alcuni dei più antichi manufatti rappresentano figure femminili, spesso in posizioni simili a quelle usate nella danza orientale e dove la zona del ventre è messa in rilievo.
Raqs Sharqi in lingua araba significa danza orientale, va specificato che questa danza non appartiene al gruppo di danze folcloristiche arabe, è difficoltoso poterla definire completamente come danza puramente araba, avendo ricevuto attraverso il suo continuo sviluppo influenze da culture distanti e varie.
La danza è stata sempre una necessità primaria dell’ uomo per comunicare con la Madre Terra, nell’antichità era valorizzata dal sacerdozio e da tradizioni legate al mondo celestiale era un arte sacra che coniugava il corpo , danza e musica come doni più elevati della spiritualità.
Ricercatrici e antropologi presumono che questa danza fosse, sin dall’epoca del Paleolitico (30.000 anni a.c.), una forma rituale di celebrazione della ciclicità, della fertilità e del femminile.
A partire dal ritrovamento della scultura della Venere di Willendorf, datata approssimativamente 25.000 prima della nascita di Cristo, alle pitture rupestri di danzatrici, dell’epoca neolitica rinvenute a Catal Huyuk in Turchia (6.000 a.c.), alcuni dei più antichi manufatti rappresentano figure femminili, spesso in posizioni simili a quelle usate nella danza orientale e dove la zona del ventre è messa in rilievo.
Molti miti e leggende possono essere ricondotte ad un periodo compreso tra il 4.000 e il 5.000 a.C., allorché abbondavano le religioni che si basavano sull’adorazione di divinità femminili, in particolare quella della “Dea Madre”. Molte delle religioni pre-cristiane e pre-islamiche utilizzavano la danza come parte del rituale religioso. In Turchia e in Grecia si possono ancora visitare le rovine di templi e anfiteatri ove, nel corso dell’epoca delle religioni matriarcali, delle sacerdotesse danzavano in onore di dee, quali Artemide, la dea della caccia, o Afrodite, la dea dell’amore. La danza orientale possiede forza spirituale è una danza viscerale che rompe i tabù, i movimenti della danza del ventre soprattutto venivano associati alla fertilità , alla vita, alla mietitura al raccolto a tutto ciò che si crea.

In quello stesso periodo la danza si sviluppò anche in Egitto. La società egiziana pre-faraonica, che si basava prevalentemente sull’agricoltura, a partire dal 2.700 a.C., si sviluppò rapidamente in una comunità dove fiorirono la filosofia e le arti, inclusa la danza.
Le muse ispiratrici

Le Awalim o Almee donne sagge, di cultura e artiste di professione appartenenti al ceto alto, colte e ben educate erano anche cantanti e musiciste, intrattenevamo le donne negli harem, ballando a busto nudo ma tutto il resto coperto compresa la testa e a piedi nudi. Anche le musiciste che le accompagnavano erano donne e velate.
Spesso gli uomini le sentivano cantare e suonare nella stanza vicina senza però poterle ammirare, anche per questo mistero divennero le muse ispiratrici degli artisti occidentali, in un momento storico dove l’oriente esercitava un notevole fascino sugli occidentali del XVIII/XIX secolo.
Artisti e viaggiatori europei riportarono racconti degli sfarzosi harem e delle danzatrici, e le odalische divennero l’icona più influente in quel periodo.
Il nome “danza del ventre” si ha nel diciannovesimo secolo, quando l’occidente scopre questa nuova forma di danza. Durante la campagna d’Egitto di Napoleone, molti avventurieri francesi al suo seguito, affascinati dai tipici movimenti ondulatori del bacino mai osservati prima, la nominarono appunto Danse du ventre. Ha così inizio la diffusione della danza orientale.
Senza rendersene conto quei viaggiatori francesi, che rimasero affascinati dai movimenti dei fianchi e del bacino delle danzatrici, avevano intuito il collegamento primordiale del corpo della donna e del ventre alla danza quando ancora celebrava la ciclicità, la natura, la vita e la morte, la fertilità, il piacere, tutto ciò che era naturalmente collegato al corpo femminile, al ventre delle donne, ovvero quando la danza era sacra, praticata in onore della Madre Terra, della grande dea madre e i suoi movimenti erano semplici ed elementari, e
raccontavano gli elementi e gli avvenimenti della natura, quali aria, acqua, terra, fuoco, la nascita, la morte, gesti d’offerta rivolti alla Dea che impersonava tutto questo.
Senza rendersene conto quei viaggiatori francesi, che rimasero affascinati dai movimenti dei fianchi e del bacino delle danzatrici, avevano intuito il collegamento primordiale del corpo della donna e del ventre alla danza quando ancora celebrava la ciclicità, la natura, la vita e la morte, la fertilità, il piacere, tutto ciò che era naturalmente collegato al corpo femminile, al ventre delle donne, ovvero quando la danza era sacra, praticata in onore della Madre Terra, della grande dea madre e i suoi movimenti erano semplici ed elementari, e raccontavano gli elementi e gli avvenimenti della natura, quali aria, acqua, terra, fuoco, la nascita, la morte, gesti d’offerta rivolti alla Dea che impersonava tutto questo.
Oggi possiamo dire che la danza del ventre ha preso influenze da tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo, per esempio dall’India sono stati presi i movimenti della testa e le spalle, dalla Grecia è stato preso il ritmo Chifteteli, dalla Spagna il velo e dal popolo africano le percussioni, la danza del ventre è un seme cresciuto in Egitto , portato in giro dal popolo zingaro e influenzato da diverse culture ha portato ad essere quella che è la danza del ventre non solo un ballo ma un arte della comunicazione e della cura psicofisica della ballerina.
Scegliere la danza orientale

La danza del ventre è la danza che più di ogni altra contiene in sé i principi di una vera e propria
rieducazione perineale: aiuta la donna a conoscere intimamente se stessa, il proprio corpo, la
percezione di sé, dei propri organi interni e a migliorare la sessualità. La danza del ventre è come una ginnastica dolce che ci cura attraverso l’esercizio di quelle fasce muscolari di cui nessuno parla, per riprendere il controllo del pavimento pelvico durante la gravidanza e il parto, per curare l’incontinenza urinaria, per curare problemi legati ai dolori vulvari e vaginali, per curare il prolasso vaginale, per scoprire l’orgasmo profondo, per avere un rapporto sessuale migliore con il proprio partner e per conoscere le potenzialità del nostro corpo e il piacere.
Quando ancora non esisteva la medicina scientifica e la salute era affidata alla magia, la danza
del ventre era considerata un rituale propiziatorio per favorire la fertilità. Molto probabilmente, nella loro saggezza pratica, le donne nell’antichità avevano già sperimentato che questa danza favoriva le migliori condizioni per l’accoppiamento e la procreazione. Il Ventre era considerato contenitore di nuova vita, fertilità, ambiente in cui la vita si ricrea, perciò in contatto con gli dei. E la danza del ventre nasconde, nei suoi movimenti, ben altro che una semplice danza, ma un modo per trovare un’apertura verso il divino, verso l’infinito.
Il bacino ha una forma circolare, quasi a simboleggiare tutte le immagini-archetipo legate alla vita, i pianeti, la cellula, il cerchio della vita, la successione delle stagioni, la ruota del tempo, l’uroboros, il cerchio della vita dove non c’è inizio né fine. Nei tempi primordiali, la danza antica era qualcosa di sacro, che esprimeva la potenza della femminilità e creava un sacro ponte tra la donna e il divino.
La danza del ventre antica era un linguaggio simbolico di comunicazione donna-donna che permetteva la trasmissione di una “cura primordiale femminile”, una “atavica medicina” che permetteva di avere una femminilità sana. La danza femminile antica, e madre di tutte, la danza del ventre, raccontavano del corpo della donna, del sesso, dell’unione fisica con l’uomo o con gli dei, del piacere e del parto, della gioia, dell’eccitazione e della rabbia, di tutto ciò che è alla base della vita!
La danza del ventre è un movimento completo che mette in funzione l'intero corpo. Tonifica e migliora controllo, funzionalità e consapevolezza della muscolatura interna ed esterna. Stimola la circolazione, scioglie le articolazioni e migliora la postura. Inoltre, consente un miglior funzionamento dei reni (attraverso l'eliminazione dei liquidi in eccesso) e dell'intestino. Per questo la Danza del Ventre è utile. E’ una danza molto personale, intima che riconnette al nostro corpo femminile, ai suoi ritmi e cicli. Ci aiuta a riprendere contatto con il ventre e con la muscolatura del pavimento pelvico, una zona di fondamentale importanza per la donna.

Quando danziamo il nostro corpo traduce in movimento il flusso dei nostri pensieri: in nessun’ altra danza, come in questa, questo è quanto mai vero. Nella danza orientale non si deve mimare altri che se stessi, per questo è cosi coinvolgente.
Ormai, anche in questo campo, sono moltissime le ginecologhe e psicologhe che, essendosi avvicinate personalmente alla nostra danza, hanno potuto notare come gli esercizi di riabilitazione pelvica da loro proposti alle pazienti, siano gli stessi che si eseguono durante una lezione di danza del ventre. Il vantaggio di questa disciplina consiste nel fatto che i benefici della ginnastica perineale possono essere ottenuti divertendosi, giocando e ritrovando la femminilità negata a se stesse.
La danza quindi ci dà qualcosa di più rispetto alla ripetizione meccanica dell’esercizio.
La postura è la posizione globale del corpo, sia in piedi che disteso, sia fermo che in movimento. Essa non è una “posizione statica”, ma un “azione dinamica” che va creata continuamente scaricando il corpo del suo peso che viene portato verso l’asse del centro e, attraverso di esso, fino al suolo.
La postura ottimale facilita il lavoro muscolare e, favorendo la respirazione e la circolazione sanguigna, permette un evidente risparmio di energie.
Ai giorni nostri i ritmi artificiali a cui ci sottoponiamo e la mancanza di alcuni movimenti fondamentali, stanno creando gravi deformazioni. La danza del ventre costituisce uno strumento per risolvere problemi posturali, in quanto tonifica la muscolatura di tutto il nostro corpo, mobilita il bacino e ci permette di acquisire una corretta postura attraverso l’apprendimento della sua “postura basica”.
In particolare può essere molto utile per correggere iperlordosi (eccessivo inarcamento della zona lombare).
La postura nelle discipline orientali è caratterizzata da una forza aerea che porta il corpo dalla vita in su verso l’alto e da una forza equivalente terrena che porta il corpo dalla vita in giù a scaricare totalmente il peso verso il basso. La pulsione fondamentale del movimento è individuata al centro dell’essere, nella zona pelvica.
Il bacino è in retroversione (arretramento del baricentro) e la spina dorsale è eretta dal coccige all’ultima vertebra cervicale.
Le braccia sono rilassate lungo il corpo e il peso di quest’ultimo viene totalmente scaricato a terra lasciando gambe e ginocchia rilassate.
I piedi sono posti alla larghezza del bacino e le punte possono essere parallele oppure leggermente aperte verso l’esterno.
In questa disciplina la ricerca della postura ottimale è supportata anche dall’alternarsi tra respirazione addominale e toracica, la quale, unita ad un buon allungamento muscolare, agisce in modo specifico su spalle e cervicale ristabilendo le distanze intervertebrali e favorendo la mobilità. Aiuta così a prevenire dolori articolari e infiammazioni, a sciogliere tensioni e blocchi, e sfavorisce la respirazione clavicolare, tipica degli stati ansiosi.
Il lavoro sulla postura è lungo e faticoso, in quanto attraverso quest’ultima si manifesta il proprio carattere, le proprie insicurezze, i problemi, le emozioni.
Per il miglioramento posturale quindi, non è sufficiente un buon lavoro corporeo, ma è indispensabile anche la disponibilità del soggetto a voler lavorare su se stesso.
Benefici psichici

Benefici fisici
I benefici della danza
I benefici che questa danza apporta non riguardano solo il fisico, ma anche la sfera interiore. Questa disciplina, infatti, ci aiuta a rilasciare le tensioni, ad acquisire una maggiore consapevolezza corporea ed a riscoprire la nostra femminilità.
Il contesto in cui si danza spesso, ma non sempre, è quello di un gruppo di sole donne.
Il gruppo di danza, pur non nascendo come gruppo terapeutico, può fornire contributi positivi alla vita psicofisica delle sue componenti.
Esso infatti, permette un confronto tra donne, seppur non espresso verbalmente, offrendo un’area protetta dove alcuni aspetti quotidianamente non vissuti e non svelati possono essere sperimentati e condivisi.
Ciò assume un valore fondamentale soprattutto in momenti critici dell’evoluzione del sé femminile come la pubertà, l’adolescenza e la gravidanza, ricchi di trasformazioni corporee, che così possono essere accettate e esplorate con più facilità.
Affinché il gruppo abbia un ruolo educativo, è fondamentale il lavoro dell’insegnante che deve guidare le sue allieve verso complicità, coesione e solidarietà. Rinforzando questi aspetti positivi del gruppo al femminile e cercando di dare ad ognuna la giusta attenzione e rinforzo positivo vengono automaticamente sminuiti gli aspetti negativi che possono insorgere all’interno del contesto di gruppo come la rivalità e la gelosia. Altro elemento importante per rinforzare la funzione formativa del gruppo è la disposizione in una forma circolare.
Il circolo è la forma più antica della danza in gruppo ed è un potente simbolo di protezione e prosperità in tantissime culture.
A livello psichico ed emotivo si ottiene una maggiore sicurezza in se stesse e si impara ad apprezzare il proprio corpo senza l'assillo del dover corrispondere a un modello. Pian piano si vedono il proprio portamento e la propria postura migliorare e con essi la propria l'autostima. Inoltre si impara a controllare la respirazione ottenendo uno stato di rilassamento fisico e mentale, che permette il risveglio delle nostre energie vitali.
La danza del ventre può essere praticata a qualsiasi età, in quanto è una ginnastica dolce in cui l’obiettivo primario è prendersi cura del proprio corpo. Nei corsi di danza del ventre è usuale vedere donne in gravidanza e corpi di ogni forma.
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Rilassa il corpo e la mente
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Contribuisce alla socializzazione in un contesto non competitivo
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Aiuta la memoria e la creatività
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Riduce dello stress: con la ripetizione di movimenti circolari e fluidi, si entra in una sorta di meditazione che distende la mente e aiuta il rilassamento.
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Favorisce uno stato di centratura consapevole sulle proprie emozioni
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Migliora l’autostima: i movimenti femminili creano sensazioni positive di espressione sensuale e libertà. Le danzatrici imparano come sentirsi e muoversi meglio, con più grazia ed eleganza.
L’Autostima Corporea è una parte importantissima dell’autostima generale e riguarda la combinazione di aspetto fisico, percezione di sè e abilità. Consiste nella soddisfazione che una persona prova rispetto al proprio corpo e alle proprie prestazioni.
L’immagine che ognuno ha del proprio corpo è condizionata da un elevato numero di fattori ma, soprattutto per le donne dei paesi occidentali, dipende principalmente dal peso e dai modelli femminili ai quali è continuamente costretta dalla società a confrontarsi. L’insoddisfazione per l’immagine corporea spesso porta a disordini alimentari, scarsa autostima e tendenza alla depressione.
Secondo molti studi di psicologia, l’immagine del proprio corpo migliora partecipando ad attività che permettano sensazioni positive e importanti, cioè a quelle attività in cui si avverte un positivo senso di controllo del corpo, e che permettono di percepirlo come competente e degno di rispetto.
Questa percezione positiva è l’opposto di quello che si verifica normalmente quando una persona (più spesso una donna) cerca di adeguarsi a ciò che, secondo lei, gli altri vorrebbero vedere; in altre parole, porta una donna a vedere se stessa come un valore e non come un oggetto del desiderio altrui.
Durante una lezione di danza del ventre chi partecipa tende a focalizzarsi meno sul proprio aspetto esteriore quanto piuttosto sull’esperienza stessa e su ciò che riesce a fare con il proprio corpo, in maniera giocosa e spontanea. Attraverso l’utilizzo di movimenti ispirati alla danza del ventre è possibile sollecitare una relazione di cura, di rispetto e di amore verso il proprio corpo.
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Prevenzione dei dolori: durante la danza, i movimenti delle anche - circoli, figure dell’otto, ondeggiamenti - muovono in maniera ripetitiva ma gentile i legamenti e le giunture della parte bassa della schiena e delle anche. Favorisce l’eliminazione dei dolori mestruali. La posizione neutra della zona pelvica aiuta a prevenire i dolori di schiena, causati spesso dalla sedentarietà.
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Miglioramento della coordinazione dei movimenti e l'equilibrio, i muscoli che sostengono la colonna vertebrale si rinforzano, aumentano il controllo e la tonicità degli addominali.
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Riattivazione circolazione venosa: i movimenti compiuti con il piede libero da calzature costrittive e la tecnica usata per lo Shemmy del bacino stimolano la circolazione sanguigna delle gambe e del basso addome aiutando a prevenire disturbi quali ristagno di liquidi, cellulite, vene varicose.
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Maggior densità ossea: durante la danza si sta in piedi e ci si muove, caricando il proprio peso sul corpo. Le ossa così si rinforzano.
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Perdita di peso: si bruciano fino a 300 calorie all’ora, in base all’intensità della vostra danza.
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Un aiuto per le mamme e future mamme: i movimenti della danza del ventre sono un eccellente esercizio di preparazione al parto, che rinforzano i muscoli che vengono usati per fare nascere un bambino. Ma non solo: i movimenti pelvici sono ottimi anche per tonificare l’addome e tutta la zona pelvica dopo il parto.